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Chimica Indotta v.s. sapore oggettivo

  • Immagine del redattore: Stefano Rizzotti
    Stefano Rizzotti
  • 29 nov 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 13 dic 2019


Ogni giorno ogniuno di noi compie delle scelte alimentari, “cosa mangio per colazione, pranzo, cena o nei vari spuntini?” ma, cos’è che spinge a scegliere un alimento piuttosto che un altro?. Sappiamo che dentro di noi c’è una sorta di forza la quale ci spinge a mangiare petto di pollo in padella piuttosto che una cotoletta classicamente fritta, o a preferire una pizza come la margherita rispetto ad una capricciosa. Che le scelte siano dietetiche o no oggi chiariremo il processo responsabile del mangiare sano e il perché la maggior parte delle persone predilige cibi meno salutari. Il nostro cervello elabora le informazioni sul cibo tutte le volte che ingeriamo qualcosa attraverso due vie che chiameremo (termine non scientifico):

-Sapore oggettivo -Chimica indotta

Nel primo caso il cervello percepirà il sapore oggettivo di ogni singolo alimento, è così che riusciamo a memorizzare i sapori e distingueremo sempre il sapore di una carota rispetto a quello di una patata anche ad occhi chiusi. La via delle chimica indotta invece valuta gli effetti dei nutrienti sull’organismo rinforzandoli attraverso sensazioni piacevoli di assuefazione, per fare un esempio pratico pensate all’estate, c’è caldo e siete un pochino disidratati, magari non ne avete la consapevolezza però se vi ponessero davanti una fetta di anguria gelata e un arancino al sugo cosa scegliereste? Immagino l’anguria e questa scelta è suggerita dall’organismo che vorrebbe mantenersi stabile, infatti mangiandola avrete una sensazione “piacevole” e vi sentirete meglio. Questo meccanismo è fondamentale per mantenere l’equilibrio chimico interno (omeostasi), ed è strettamente collegato con la sopravvivenza dell’uomo nella storia, è così che ha capito cosa è più sostanzioso come alimento rispetto ad un'altra che fornirebbe uno scarso apporto energetico. Ma cosa accade se questo sistema continua a funzionare in un epoca la cui reperibilità di ogni sorta di alimento è massima grazie ai supermarket? Continuerebbe a fare il suo lavoro spingendovi a scegliere sempre gli alimenti più buoni e gustosi, solo che adesso non sempre corrispondono con cibi sani. Quindi se una volta il processo prevedeva: Miele buon apporto calorico (scelta consigliata), Verdura meno apporto calorico (scelta meno consigliata), adesso potrebbe essere, per non citare casi estremi: Cotoletta fritta grande apporto calorico per via dell’alto indice glicemico fornito dalla frittura (scelta consigliata), petto di pollo in padella minor apporto calorico (scelta meno consigliata), ovviamente seguendo la logica del processo mentale, non considerando la volontà soggettiva. Nei tempi in cui viviamo risulta logico quindi avere un buon controllo di tale meccanismo per potersi mantenere in salute e di conseguenza in forma, solo che in molti caso può essere difficile e tanta gente sviluppa la tendenza ad alimentarsi facendo prevalere le scelte del canale di “chimica indotta”. Andando ad approfondire potremmo avvalerci di un esempio prendendo in esame uno dei piatti più conosciuti, “La pasta con la panna” a cui poi vengono aggiunti i PRINCIPALI ingredienti funghi, pistacchio o salmone ecc. Il soggetto che abituato a dare retta al canale “chimica indotta” vedrà gli ingredienti come secondari quasi come per dare l’aroma alla panna, questo perché andrà ad analizzare cos’è che potrà fornirgli più energia, in questo caso la panna che innescherà tutta una serie di processi chimici nell’organismo i quali in sintesi percepirete come sensazioni piacevoli di assuefazione. Il soggetto che preferisce ascoltare il canale del “sapore oggettivo”, ai quali apparterranno i classici tipi dal “palato raffinato”* vedi Carlo Cracco non a caso è uno Chef, eviterà di utilizzare la panna per lasciare spazio ed esaltare il sapore delle materie prime il salmone, il pistacchio, i funghi allo scopo di assaporarne il vero sapore.


Solution: Come meditiamo tutti i pensieri che ci passano per la testa perché non sempre possono essere consoni alle situazioni, allo stesso modo dovremmo controllare anche questo istinto che poco può far male agli altri ma tanto a noi stessi. La chiave per poterlo fare è applicarsi poco alla volta nella conoscenza dei valori nutrizionali di ciò che mangiamo, chiaramente possiamo avvalerci della competenza di professionisti come Nutrizionisti o Dietisti, solo che delegheremmo il compito a qualcun altro senza imparare niente col rischio di continuare a commettere in futuro sempre gli stessi errori.

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