OTS: Sindrome da sovrallenamento
- Stefano Rizzotti
- 16 feb 2020
- Tempo di lettura: 3 min

A chi non è mai capitato a seguito di un periodo d’allenamento particolarmente intenso di sentirsi apatici, stanchi, con difficoltà di concentrazione a lavoro o nello studio, dolori muscolari frequenti o continui malditesta? Beh, se la risposta è sì allora con buone probabilità avrete sviluppato o siete sulla strada di sviluppare “ la sindrome da sovrallenamento”.
Questa condizione di cui spesso si è poco informati si manifesta a seguito di lunghi periodi di allenamento senza un adeguato recupero, progressione in intensità improvvisa o mancato periodo di scarico tra un programma e l'altro, atto a recuperare dalla fatica accumulata nelle varie settimane.
L' OTS in sé non è pericolosa ma, comporta tutta una serie di fastidi di natura psico-fisica non indifferenti, i quali se non adeguatamente trattati sfideranno inevitabilmente in diversi problemi secondari talvolta anche gravi.
Prima di passare avanti, è necessario presentare le condizioni antecedenti all'OTS, le quali potrebbero aiutarci a prevenirne la manifestazione, ovvero: “L’Overreaching” e ”Il Burnout”.
Nel primo caso stiamo parlando di una condizione normale d' affaticamento cumulativo dovuto alle sedute d’allenamento svolte fino a quel momento, per questo alla fine di ogni microciclo (scheda) c'è segnata una settimana di scarico, dove si ridurrà l'intensità del 20/30%.
Parlando di Burnout definiremo invece una condizione anomala in cui l’atleta presenta un cronico senso di spossatezza dovuto all’incapacità di sostenere sia emotivamente che fisicamente l’intensità dell’allenamento talvolta eccessiva, ciò porterà alla perdita di entusiasmo verso l’attività svolta e un costante senso di spossatezza.

Dal momento in cui uno o entrambe le condizioni si siano manifestate passando inosservate e quindi non trattate, ci ritroveremo a fare i conti con l’OTS il quale comporterà variazioni nel funzionamento dei sistemi endocrini (ghiandole secernenti ormoni), determinando risposte fisiologiche tra le quali cambiamenti nella risposta immunitaria.
Tutto ciò porterà ai precedentemente citati “fastidi psico-fisici” che adesso elencherò:
Fastidi di natura “fisica”:
• Alterazione della frequenza cardiaca a riposo e della pressione sanguigna;
• stanchezza cronica;
• Riduzione dell'abilità di movimento e della prestazione fisica;
• Riduzione della produzione di acido lattico;
• Riduzione delle prestazioni massimali;
• Nausea o disturbi gastrointestinali frequenti;
• mal di testa;
• Riduzione della forza muscolare;
• Incapacità di soddisfare gli standard raggiunti in precedenza;
• Aumento della frequenza respiratoria;
• Aumento della sete;
• Insonnia;
• dolori articolari;
• Perdita di appetito;
• Riduzione del grasso corporeo;
• Interruzione mestruale;
• Dolore e indolenzimento muscolare
• Maggiore necessità di recupero dall'esercizio;
• Ricomparsa di errori prima corretti,
Fastidi di natura “psichica”;
• cambiamenti di personalità;
• Bassa autostima e bassa motivazione di allenamento;
• Perdita di concentrazione durante il lavoro, lo studio o l'allenamento;
• instabilità emotiva;
• Paura della competizione;
• senso di tristezza e depressione;
• Apatia generale;
• Atteggiamento di rinuncia;
• Distrazione durante l'attività;
La OTS comporta un’aumentata produzione e secrezione del Cortisolo con conseguente catabolismo muscolare, ritenzione idrica e calo del buon umore, nelle donne gli effetti della variazione del sistema endocrino potrebbero verificarsi con “Amenorrea”, mentre negli uomini assisteremo ad una riduzione della produzione di testosterone. Attenzione a considerare che l’abbassamento delle difese immunitarie ci esporrà a un maggiore rischio di contrarre infezioni o a prolungare i tempi di guarigione dalle lesioni come tagli o escoriazioni ecc.
Tra i fattori che favoriscono la manifestazione della sindrome inoltre l’inadeguata o troppo restrittiva alimentazione giocherà un ruolo principale nel prolungamento del tempo di recupero.
Solution:
Questa sindrome può sembrare spaventosa a giudicare dai succitati effetti che provoca ma, è una condizione estrema raggiungibile attraverso una mancata attenzione nella programmazione dell’allenamento oltre l'incapacità dell’atleta ad ascoltare il proprio corpo.
In conclusione come diceva il Buon Vecchio Lavoisier « Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma » applicata al nostro caso, dovremo trasformare la fatica accumulata in energia da spendere e per fare ciò ci basteràprogrammare adeguati recuperi impiegando il tempo necessario senza paura di perdere i risultati appena ottenuti.
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